GENOVA – “È un rigetto che non mi ha stupito. Me lo aspettavo, viste anche le anticipazioni di stampa dei giorni scorsi. L’ho letto: il contenuto a mio avviso ci dà spazio per un ricorso al Tribunale del Riesame che faremo la prossima settimana”. Così l’avvocato Stefano Savi, legale difensore del governatore ligure Giovanni Toti, commentando il rigetto dell’istanza di revoca degli arresti domiciliari, depositato oggi dalla gip Paola Faggioni. Con Toti, aggiunge Savi, “abbiamo fatto una serie di osservazioni trovandoci concordi: la volontà di andare al Riesame e impugnare questo provvedimento”. Per quanto riguarda i tempi del Riesame, Savi invita a fare “riferimento alla fissazione della data del Riesame per Paolo Emilio Signorini che è il 28 giugno. Quindi, più o meno ci vorrà un mese, un mese e mezzo”.
SAVI: COSÌ PASSA IDEA CHE INDAGATO È PERICOLOSO ALL’INFINITO
“Sotto il profilo della pericolosità passa l’idea che chi è indagato e non condannato sia pericoloso quasi all’infinito. Voglio capire quanto dura la pericolosità tenuto conto che nella decisione si fa addirittura riferimento a possibili elezioni del 2025″, ha detto Savi. Il legale precisa che la gip ha rimarcato come permangano sia le esigenze cautelarli connesse al pericolo di inquinamento probatorio sia quelle alla reiterazione del reato: “Se ci fosse stato solo il pericolo di inquinamento della prova, si sarebbe dovuto indicare anche un termine– sottolinea- oltre al fatto che mi sembra un po’ puerile pensare che, visto tutto quello che si è detto e scritto, uno vada a ripetere determinati comportamenti. Saremmo folli. Abbiamo aspettato a chiedere la revoca fino al momento che ci sembrava più opportuno (ovvero dopo le elezioni europee, ndr) e se ci fosse stato indicato un termine, lo avremmo aspettato”.
Sulla mancanza di solide motivazioni evocate dalla gip nelle motivazioni del rigetto “c’è qualche contraddizione”, sostiene Savi. In particolare, per l’avvocato la gip “non ha tenuto conto di quello che abbiamo detto nell’interrogatorio e nell’istanza: nel momento in cui venivano poste in essere determinate azioni, lo si faceva con la convinzione soggettiva di non commettere reati. Abbiamo anche detto che, a seguito del procedimento penale, ci sarebbe stata comunque una presa d’atto e una consapevolezza che, quantomeno se si voleva evitare di tornare a essere indagati, le cose in futuro si sarebbe dovute fare con criteri diversi, ferma la sostanza di voler favorire qualsiasi insediamento produttivo e portare un vantaggio alla regione”.
Savi aggiunge che “non c’era bisogno che la gip scomodasse gli Spinelli”, citati nel rigetto, “bastava leggere le dichiarazioni che ha fatto Toti durante l’interrogatorio”. Quanto ai riferimenti di comportamenti elusivi messi in atto dal governatore durante il periodo delle indagini, l’avvocato rimarca che “l’unico che portava il telefono sullo yacht di Spinelli era lui perché viene anche intercettato. Poi, si fa riferimento a un locale in cui Toti pranzava abitualmente: se cercare un po’ di riservatezza è un comportamento elusivo, allora bisogna stare attenti tutti”. Savi aggiunge, infine, che nell’istanza “io non ho assolutamente affrontato il merito di queste cose, ma solo le esigenze cautelari che devono tenere conto di un bilanciamento di interessi”.
LEGALE TOTI: RIGETTO EVOCA DIMISSIONI, CHIEDEREMO ALTRO INCONTRO POLITICO
“Le dimissioni” di Giovanni Toti da governatore della Liguria “le troviamo evocate nel provvedimento di rigetto: se si dice che finché Toti fa politica è pericoloso, la lettura è quella. Dobbiamo valutare l’intero quadro: non si esclude niente, non si afferma niente”, ha spiegato l’avvocato.
“Chiederemo di poter incontrare quei soggetti con cui discutere del futuro politico, visto anche che le decisioni che dovrà prendere Toti non si possono prendere da soli”, prosegue l’avvocato. Un’istanza, quest’ultima, che potrebbe arrivare anche prima dell’esito del ricorso al Riesame. Toti, conclude Savi, “è un cittadino italiano che si difende da un’accusa che riteniamo ingiusta e sta esperendo, anche se a qualcuno non piace, tutto ciò che la legge gli mette a disposizione per potere contestare questo provvedimento”. Savi tende a escludere che Toti chieda di parlare con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per valutare eventuali dimissioni, “ma piuttosto con rappresentanti di altre forze della maggioranza ligure, magari anche a distanza”.
L’avvocato spiega inoltre che, come già successo con il colloquio consentito con l’assessore regionale Giacomo Giampedrone, “verranno scelte persone che non sono toccate dall’indagine. Giampedrone era stato condiviso con la gip e con la Procura perché non aveva possibilità di essere chiamato come teste e non emergeva da nessuna parte: la logica della misura è fare in modo che non si possano fare pressioni su possibili testimoni o persone che possano riferire e Giampedrone non c’entra niente”.
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