Patologia poco conosciuta ma invalidante
Roma, 30 ott. (askanews) – La sindrome dell’occhio secco non è molto conosciuta, eppure nel mondo oltre 350 milioni di persone ne soffrono. Soprattutto donne: una su due dopo i 45 anni , 9 su 10 nella menopausa. Un disturbo causato dalla compromissione del film lacrimale, la pellicola che protegge gli occhi dall’ambiente esterno, da cui deriva una infiammazione della superficie dell’occhio. E che può avere un forte impatto sulla qualità di vitaEdoardo Villani, Professore Associato in Oftalmologia, Università degli Studi di Milano: “L’occhio secco è una vera e propria patologia multifattoriale della superficie oculare che spesso ha un andamento cronico recidivante ed è fortemente sintomatica quindi è in grado di avere un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti ed anche su una serie attività quotidiane interferendo in attività come l’uso del computer, la lettura, la guida e così via. Parlare di occhio secco vuol dire anche parlare di medicina di genere: noi sappiamo che questa patologia già frequente nella popolazione generale è molto più frequente nelle donne che negli uomini e questa forchetta si va ampliando dopo la quarta, quinta decade di vita, dunque gli ormoni sessuali hanno un ruolo molto importante nel dry eye e possono condizionare la salute della donna in condizioni fisiologiche come la menopausa e in condizioni patologiche come patologie ginecologiche o oncologiche” .Di fondamentale importanza l’informazione e che i pazienti siano consapevoli del fatto che questa sindrome si può trattare e tenere sotto controllo. Di qui l’avvio di “Vediamoci Rosa”, iniziativa di sensibilizzazione sui disturbi da Occhio Secco rivolta alle donne ma anche ai medici, realizzata in collaborazione con numerosi centri di oculistica in tutta Italia in occasione del mese della prevenzione al femminile, con il supporto di AbbVie.Antonio Di Zazzo, Professore Associato di Malattie dell’apparato visivo, Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma: “Circa il 20% della popolazione mondiale ha o ha avuto episodi di sconfort oculare che hanno limitato la loro qualità di vita. Le donne in particolare sono affette da questo disturbo in virtù di alterazioni ormonali che possono essere causa o concausa di questa patologia che limita la qualità della visione offuscando spesso la vista delle nostre pazienti, altera la stabilità della lacrima causando prurito, bruciore e irritazione: sintomi di occhio secco e di prurito in contemporanea. Dà intolleranza alle lenti a contatto e determina dei filamenti mucosi. Una terapia profilattica adeguata ci permette di prevenire e di migliorare, non tanto la quantità di vista, ma la qualità di vita delle nostre pazienti “.E ancora una volta il richiamo è alla prevenzione.Rita Mencucci, Clinica Oculistica dell’Azienda ospedaliero- universitaria Careggi di Firenze: “Sicuramente gestire in maniera precoce quella che può diventare una patologia è una mossa vincente. Ci sono tutta una serie di fattori legati a motivi ambientali e sicuramente su questi fattori possiamo influire, oltre a tutta una serie di piccoli accorgimenti da calare nella nostra vita quotidiana: avere un organismo ben idratato sicuramente ci può aiutare, cercare nei soggetti a rischio, che noi sappiamo essere quelli che per esempio portano le lenti a contatto, di avere lenti magari a ricambio frequente, che non si imbibiscano di proteine dannose, cercare di utilizzare con le lenti a contatto lacrime artificiali che ovviamente devono essere ad hoc perché non tutte sono adatte alle lenti a contatto, cercare di areare gli uffici dove noi siamo,cercare di seguire, perché no, la fatidica ben conosciuta e mai praticata regola dei venti venti venti per quanto mi riguarda l’utilizzo del computer: quindi tutta una serie di piccole cose che però nel complesso possono aiutare”.