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Sanità, Bertolaso: “Per trombosi venosa in Lombardia rete centri competenza è capillare”

Dall'Italia e dal MondoSanità, Bertolaso: "Per trombosi venosa in Lombardia rete centri competenza è capillare"

(Adnkronos) – “Parliamo di prevenzione, argomento molto dibattuto ma che, quando si tirano le somme in cerca di qualcosa di concreto, mostra spesso una situazione molto difficile. Questo però non accade in Lombardia, perché sa coniugare le esperienze individuali di alcuni soggetti e la capacità di risposta delle strutture e delle istituzioni, pubbliche o private che siano. Sapete infatti che in Lombardia in tema di welfare e sanità il pubblico e il privato sono le due gambe di una struttura unica, un corpo unico che deve marciare in modo armonico e coordinato”. A dirlo Guido Bertolaso, assessore al Welfare di Regione Lombardia, in occasione dell’evento ‘La prevenzione in viaggio.#piùmovimentomenotrombosi’, organizzato da Regione Lombardia in collaborazione con l’associazione Vincere la Trombosi presso la sala Marco Biagi di Palazzo Lombardia a Milano. 

“Di ‘Federica Fedele’ se ne incontrano tante in Lombardia – afferma l’assessore Bertolaso, facendo riferimento alla fondatrice dell’Associazione Vincere la Trombosi, che nel 2017 venne colpita da trombosi venosa profonda e fu curata al San Raffaele di Milano – ed è un’esperienza estremamente interessante perché tante patologie e tanti problemi che non vengono affrontati con abbastanza attenzione da parte delle istituzioni vengono portati alla nostra attenzione da chi ci è passato. Se non si passa per un’esperienza diretta infatti – sottolinea Bertolaso – non si riesce a capire le ansie, le difficoltà, i problemi che vivono le persone coinvolte in queste situazioni, problemi che spesso sono costrette a subire perché, talvolta, oberata dalle urgenze, la politica non riesce ad occuparsi di cose importanti come queste”.  

Occasioni come quella odierna sono quindi per l’assessore degli stimoli “che devono richiamare la nostra attenzione sulle tante questioni che ogni giorno dobbiamo cercare di riuscire a risolvere. Per questo è importante ascoltare le testimonianze di coloro che hanno vissuto in prima persona queste esperienze. Pensate poi a quante associazioni del terzo settore sono state fondate dai genitori di bambini affetti da malattie rare. Associazioni che si occupano di centinaia di malattie rare che altrimenti non verrebbero conosciute, analizzate e organizzate, come oggi invece si sta finalmente cominciando a fare”.  

L’esperienza “di nonno mi insegna che abbiamo ormai un panorama di malattie rare talmente vasto che riguarda il 15-20% delle patologie che dobbiamo affrontare – sottolinea – anche se toccano un singolo individuo o un piccolo numero di persone. Anche in questo caso quindi serve un genitore che ha vissuto sulla sua pelle questa problematica per far capire che bisogna intervenire. L’altra componente necessaria è quella scientifica, bisogna infatti trovare chi comprende il tuo problema, lo studia, lo spiega e, poi, lo risolve. Purtroppo non si riesce a risolvere tutto, però si stanno facendo dei passi avanti”.  

La trombosi venosa profonda è uno dei tanti argomenti che possiamo sicuramente gestire sul piano della prevenzione, dell’organizzazione e dell’apporto delle diverse istituzioni che se ne occupano. Da questo punto di vista in Lombardia siamo molto fortunati perché la rete dei centri territoriali di competenza è una rete capillare quanto la rete ferroviaria – afferma Bertolaso, richiamando il titolo dell’evento ‘La prevenzione in viaggio’- il che è un buon segno e un motivo di conforto per il cittadino. Le strutture che si occupano di questa patologia, come il San Raffaele, il Policlinico e tante altre, hanno ormai un tale livello di competenza che in molti vengono qui da altre parti d’Italia per trovare una soluzione”.  

Tornando poi al tema della prevenzione, Bertolaso ricorda che tra i comportamenti utili a ridurre il rischio di trombosi venosa profonda c’è la camminata: “Gli stili e le abitudini di vita rientrano a pieno titolo nell’ambito della prevenzione e camminare di più aiuta a ridurre il rischio di trombosi. Stiamo lavorando all’organizzazione di interventi che facciano sì che tutti siano più attenti al problema della prevenzione e siano più consapevoli”, conclude.  

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