Rapporto Edison-Censis su stili di vita e consumi di energia
Milano, 8 nov. (askanews) – Sostenibiltà, di necessità virtù: sotto la pressione di inflazione e rialzo dei prezzi, il 53 per cento degli italiani dichiara di aver ridotto nell’ultimo anno il consumo di luce e gas; a questi si aggiunge un altro 18 per cento che ha ridotto l’uso di almeno una delle due componenti. Si tratta di un complessivo 71 per cento di popolazione che – ed è questo il lato virtuoso del fenomeno – sostiene di non voler cambiare il proprio nuovo stile di vita anche a fronte di un ribasso dei costi dell’energia.E’ quanto emerge dal Rapporto Edison-Censis giunto alla sua terza edizione e per il 2023 incentrato su “Italiani e sostenibilità: tra sobrietà, transizione energetica e benessere”.”Veniamo da un anno, come quello scorso della crisi dei prezzi dell’energia, in cui tutte le preoccupazioni erano a ridurre l’impatto del caro bollette. Quindi abbiamo attuato numerosi comportamenti volti alla razionalizzazione dei consumi – dice Massimiliano Valerii, direttore generale Censis a margine della presnetazione del rapporto che si è svolta a Milano, nella sede di Edison – Quest’anno il quadro è diverso; però la gran parte degli italiani non tornerebbe comunque indietro anche qualora i prezzi dovessero riscendere, perché il tema ideale della sostenibilità ambientale è diventato un pilastro nell’immaginario collettivo. Cambia il ruolo del consumatore che diventa attore protagonista in questa sorta di rivoluzione copernicana di consumi energetici più sobri, ma anche più orientati a favorire più in generale la transizione energetica”. Attenzione ai costi, dunque, e propensione a ridurre anche in futuro i consumi di gas e luce come scelta di un agire responsabile: ma accanto a queste due tendenze il rapporto mette in evidenza anche altri atteggiamenti degli italiani. Se il prezzo resta il fattore prioritario nelle scelte di acquisto di energia per il 54% degli italiani, il 64 per cento della popolazione si dichiara interessato e alla ricerca di servizi e soluzioni innovative per la vita domestica. Un segnale che, insieme alle scelte di consumo responsabile, conferma ulteriormente il cambiamento in atto nell’agire dei consumatori.”Fino all’anno scorso tutte le preoccupazioni erano ridurre le quantità, ridurre i consumi. Quindi l’equazione era: ‘P’ prezzo per ‘Q’ quantità, vale a dire ridurre le quantità consumate perché i prezzi erano alti – prosegue il direttore generale del Censis – Oggi a questa equazione possiamo aggiungere una nuova lettera. Una ‘S’ cioè servizi, sostenibilità, soluzioni intelligenti, come quelle dell’autoproduzione come adesso le comunità energetiche, o i pannelli fotovoltaici per favorire la transizione energetica”.Al cambiamento di atteggiamento da parte degli utenti corrisponde – già da tempo, a dire il vero – un cambiamento necessario anche da parte dei fornitori di energia. “Vuol dire accompagnare la fornitura delle cosiddette commodity energetiche, gas e energia elettrica, con soluzioni anche di servizi innovativi – spiega Massimo Quaglini, amministratore delegato di Edison Energia – Ad esempio lo strumento che abbiamo consentito di avere ai nostri clienti per capire i consumi domestici; piuttosto che soluzioni di efficientamento, o anche le comunità energetiche condominiali. Quindi il nostro ruolo è di essere abilitatori, facilitatori, in questo percorso da fare insieme verso la transizione energetica”. Il rapporto infine dà conto di un altro significativo atteggiamento da parte degli italiani, da tenere ben presente per attuare politiche realmente efficienti che puntano agli obiettivi di decarbonizzazione: per circa l’80 per cento della popolazione non si può obbligare le persone a comportamenti specifici a proprie spese, come acquistare auto o condizionatori più sostenibili.”Credo che non ci sia un meccanismo respingente rispetto ai valori della sostenibilità, anzi sono convinta che cittadini credano molto in questi valori – è il commento di Gabriella De Maio, docentr di Diritto dell’Energia all’Università Federico II di Napoli e co-presidente del Comitato tecnico scientifico dell’Ifec – Il discorso è legato alla resistenza all’imposizione dall’alto, cioè al fatto che il legislatore o comunque regolatori individui quali sono i comportamenti da porre in essere rispetto quella raggiungimento dell’obiettivo di sensibilità. Quindi forse questo è l’approccio che bisogna migliorare: bisogna farsi che anche il consumatore trovi la sua strada affinché poi possano essere realizzati questi obiettivi”. Come dire, va bene la necessità che diventa virtù, ma per un cambiamento concreto verso la sostenibilità serve prima di tutto condivisione.