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Le riforme del governo compattano le opposizioni, 18 giugno prima piazza insieme

Dall'Italia e dal MondoLe riforme del governo compattano le opposizioni, 18 giugno prima piazza insieme

(Adnkronos) –
Le riforme del governo Meloni compattano il centrosinistra. Contro autonomia e premierato, le opposizioni trovano un’unità finora inedita e martedì 18 giugno Pd, M5S, Avs e Più Europa (l’invito è allargato anche a Iv e Azione oltre che ad associazioni, forze sociali e civiche) si ritroveranno nella storica piazza delle vittorie uliviste, a Santi Apostoli a Roma. E’ la prima volta che Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Riccardo Magi organizzano una iniziativa insieme. Unitaria, si direbbe.  

Appuntamento alle 17:30, mentre in Senato andrà in scena il voto finale sul premierato. Per quello sull’autonomia, dopo i fatti di ieri in aula e la sospensione prolungata dei lavori, si dovrà aspettare. Forse fin dopo i ballottaggi. Se a Santi Apostoli ci sarà la foto dei leader sul palco è da vedere, ma l’opposizione parlamentare per la prima volta esce dal Palazzo con una comune iniziativa politica. “Dopo le europee l’aria è cambiata”, la valutazione che arriva dai dem. Che sia così o meno, un atto concreto è stato comunque condiviso. Che ci si stesse coordinando si era già intuito in mattinata quando, dall’assemblea dei gruppi Pd, era emersa l’intenzione di Schlein di sentire gli altri leader dell’opposizione per valutare azioni congiunte dopo l’aggressione di ieri da parte di parlamentari della maggioranza verso il deputato M5S, Leonardo Donno.  

Un percorso condiviso che ha portato a una nota congiunta e all’annuncio della piazza di martedì. “Dopo le aggressioni fisiche della maggioranza in Parlamento non possiamo accettare che anche il Paese sia ostaggio di questo clima di intimidazioni continue”, scrivono Pd, M5S, Avs e Più Europa. “Il Governo Meloni sta forzando la mano e prova a minare le basi democratiche della nostra Costituzione, procedendo a colpi di maggioranza verso l’approvazione dello Spacca-Italia e del premierato”.  

 

”Non permetteremo – si legge ancora nella nota congiunta delle opposizioni – che vengano compromesse l’unità e la coesione nazionale. Per questo invitiamo la cittadinanza, le forze politiche e sociali, quelle civiche e democratiche di questo Paese ad unirsi alla nostra mobilitazione. Ci vediamo a Roma alle ore 17:30 di martedì 18 giugno, in piazza SS. Apostoli”.  

In mattinata, la segretaria Pd aveva annunciato davanti ai parlamentari riuniti a Montecitorio una “opposizione durissima contro riforme che scardinano l’impianto costituzionale del Paese”. Che si verifica poco dopo sia alla Camera che al Senato. A Montecitorio le opposizioni protestano all’unisono e chiedono che dal verbale d’aula venga sostituita la parola “disordini” relativa ai fatti di ieri con “aggressione nei confronti del deputato Donno da parte di alcuni deputati Lega e FdiI”. 

Richiesta respinta. Poi arrivano le parole del leghista Andrea Crippa, riportate dal pentastellato Ricciardi in aula (“gesto X Mas? Peggio Bella Ciao”), e lì scoppia un nuova bagarre. “Fuori i fascisti dal Parlamento”, si grida dai banchi dell’opposizione mentre si intona ‘Bella Ciao’. Intanto al Senato mentre sono in corso le votazioni sul premierato, le opposizioni sventolano il Tricolore e le senatrici di Pd, M5s e Avs occupano per protesta i banchi del governo.  

Conte intanto diffonde un video sui social stigmatizzando l’aggressione a Donno. “Una cosa inaccettabile e peraltro, per cosa? Per un Tricolore. E’ la nostra bandiera. Se il vostro problema è il Tricolore e difendere l’unità del Paese, ebbene noi rilanciamo e scenderemo in piazza con i Tricolori”, dice il leader M5S invitando a portare le bandiere in piazza. “Sventoliamo il nostro Tricolore, diciamo no a questo clima e a questi tentativi di vile aggressione”. Riccardo Magi parla di ‘Melonato’: “Martedì +Europa sarà in piazza con le altre opposizioni per smontare il Melonato, ovverosia il il combinato disposto Autonomia + Premierato che mina dalle fondamenta il costrutto democratico del nostro Paese”.  

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