ROMA – È una cantina giovane, fondata nel 2006, ma già di grande personalità. Con vini riconoscibili quasi ad occhi chiusi, dai profumi fruttati e dalla grande aromaticità. E rossi equilibrati, spesso barriccati e di estrema complessità. È Tenuta Ulisse, che si è presentata ufficialmente a Roma, con una degustazione dei suoi vini di punta che si è tenuta nella sala San Pietro del ‘Rome Cavalieri a Walford Astoria’ alla presenza degli assaggitori della Fondazione italiana sommelier, dell’enologo dell’azienda Vittorio Festa e di Luigi Ulisse, Ad e coproprietario insieme al fratello della Tenuta Ulisse.
L’azienda, già sul mercato da diversi anni con ottimi risultati, voleva una tappa romana per raccontarsi di nuovo davanti ad un pubblico di appassionati ed esperti. “Quello a cui puntavamo e che crediamo sia stato raggiunto- ha spiegato nel corso dell’evento Ulisse, parlando della filosofia dell’azienda- era prendere il grappolo e trasferirlo direttamente nel calice del consumatore. Per trasmettere gli aromi dei frutti molto aromatici, che abbiamo la fortuna di produrre, nel bicchiere di chi beve”.
Le vigne della tenuta Ulisse, infatti, crescono a 300 metri di altitudine, attorno al piccolo borgo abruzzese di Crecchio, in provincia di Chieti, a pochi chilometri sia dal freddo della Maiella che dalla sapidità del mar Adriatico. Per trattenere tutto l’aroma dei chicchi, i fratelli Ulisse hanno deciso di produrre vini con una tecnica usata nei Paesi del nord Europa per i loro ice wines, realizzati grazie alla fermentazione di grappoli congelati. “Abbiamo creato un nuovo stile- ha aggiunto Ulisse- grazie al freddo e alla mancanza di contatto con l’ossigeno. Due passaggi per trattenere al massimo i profumi e gli aromi”.
Nove i vini presentati nell’evento romano (sui 26 prodotti complessivi dell’azienda, passito e vino cotto compresi). Si è partiti da una Cococciola, amabile vino bianco che rientra nell’Igt Terre di Chieti. Un’uva usata per anni per i vini da taglio per sorreggere altri uvaggi e che invece, in purezza, è diventato un vino dai sentori di agrumi e di un’intensa sapidità. Si è poi passati ad un Pecorino, di nuovo Terre di Chieti Igp, che al naso risalta davvero intensamente per i profumi di pompelmo e pesca. Aromi decisamente intriganti per un vino che in bocca risulta moderatamente sapido. Davvero molto piacevole.
La degustazione è poi proseguita con un ’10 vendemmia bianco’, un vino realizzato con una selezione di dieci vendemmie differenti. Molto morbido in bocca e tendente al dolce nonostante un deciso equilibrio con la sapidità che caratterizza molti dei vini di Tenuta Ulisse. Al naso ecco, per la prima volta nella linea, un lieve sentore barriccato. Si sente legno e vaniglia. I produttori lo consigliano per accompagnare pesce, anche crudo, e sushi.
Finiti i bianchi si è passati ai rosè, con il primo assaggio, quello del Cerasuolo d’Abruzzo dell’azienda, dal colore rosa antico e dal sentore di delicata frutta fresca rossa. È poi seguito il ‘Rosè frizzante’, un blend tra Montepulciano e Merlot, dove al naso è tornato prepotentemente il piacevole aroma del pompelmo già avvertito con il Pecorino. In bocca si percepisce un richiamo ai sapori dell’arancio sanguinello.
Con il sesto assaggio ecco entrare finalmente e prepotentemente i rossi. Il primo ad essere stato degustato è stato un Montepulciano d’Abruzzo in purezza, prodotto della linea premium, caratterizzata da bottiglie scure e satinate. Rosso rubino con riflessi violacei questo Montepulciano si caratterizza al naso per un bel mix di frutta rossa: c’è la prugna in particolare, ma poi anche la mora e il lampone. In bocca ecco un tannino molto equilibrato dal sapore piacevole.
È stato poi il turno di ‘Amaranta’, un altro Montepulciano d’Abruzzo decisamente barriccato con un forte e intenso sentore di legno e spezie. Morbido al palato, con un tannino decisamente più presente. Equilibratissimo sul palato. Anche il successivo assaggio, il ’10 Vendemmie rosso’ ha replicato i sentori della barrique ma in questo caso esaltandolo ancora di più. Si sente il tabacco, il cacao, la vaniglia, l’incenso. Ma anche la frutta rossa matura. Un vino tra i 14 e 15 gradi, prodotto in poche bottiglie, circa 24mila ogni anno. “Un prodotto che rappresenta l’eccellenza della nostra azienda” ha commentato Ulisse.
La degustazione si è chiusa con il vino di punta dell’azienda, un omaggio al fondatore dell’azienda, ritratto nell’etichetta: il Don Antonio. “Un omaggio alle caratteristiche più antiche del nostro territorio” ha ricordato Ulisse. Qui diminuiscono i sentori di legno per fare posto a note animali, quasi di formaggio. Si percepisce un profumo di salsa di olive. Con una base solida di spezie. Tannico e molto morbido in bocca. Un vero piacere da bere.
“Con Tenuta Ulisse- ha concluso il patron Luigi- siamo stati dei pionieri tra quelli che hanno cercato di trasmettere l’Abruzzo e le nostre origini, ma in una veste innovativa con dei vini profumati e aromatici, con una bella bevibilità, e basso contenuto di solfiti. Un nuovo modo di produrre che ha permesso alla nostra azienda di essere presente sul terrritoio nazionale per il 40% della produzione e per il 60% in oltre 60 nazioni del mondo”.
“Questa azienda- ha concluso Luciano Mallozzi, docente della Fondazione italiana sommelier- ha declinato le caratteristiche del suo territorio con una produzione abbondante e di alta qualità. Il fil rouge che caratterizza lo stile dei suoi prodotti è una certa appetibilità. Quelli di Tenuta Ulisse sono vini appetibili e immediati. Con un’idea internazionale”.
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