BOLOGNA – Otto ore di sciopero domani a Bologna e la richiesta che la sicurezza sia messa al centro del dialogo con le istituzioni e gli industriali a livello metropolitano. Dopo la tragedia di ieri nel capannone Toyota, che è costata la vita ai loro colleghi Fabio e Lorenzo, i metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil rilanciano l’allarme sulle condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro, a prescindere dal caso specifico “dove la catena degli appalti non c’entra nulla”. Per “senso di responsabilità”, viste le condizioni della viabilità per le conseguenze dell’alluvione, niente corteo nè presidi in centro storico (ce ne sarà invece uno davanti all’azienda) che moltiplicherebbero gli spostamenti di persone, ma drappi a lutto nelle imprese esposti già da oggi. “Non è stata una tragica fatalità, dico già che almeno come Fiom al processo ci costituiremo parte civile. Ma va capito come prevenire episodi di questo tipo”, dice il segretario Fiom Simone Selmi durante la conferenza stampa convocata stamattina in Cgil.
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Gli incidenti, aggiunge, “avvengono quotidianamente in tutte le imprese, e vengono segnalati. Il punto è cosa le aziende mettono in campo per evitarli. Nel caso di Toyota chi di dovere stabilirà cosa è successo, ma non possiamo pensare che nell’era digitale capitino ancora episodi di questo tipo”. Oggi, aggiunge ancora Selmi, “siamo in emergenza sicurezza sui luoghi di lavoro, dobbiamo alzare il livello dell’attenzione ma soprattutto decidere cosa mettere in campo a partire dal territorio bolognese”. Per questo i sindacati chiedono la convocazione del tavolo metropolitano sulla sicurezza, di cui fa parte oltre agli enti locali anche il Prefetto e i rappresentanti degli industriali. Servono investimenti sulla sicurezza, sottolinea il sindacato, “perché non si può pensare che i metalmeccanici possano non tornare a casa la sera”.
Gli scioperi servono “sempre perché non dobbiamo abituarci a morti e feriti”, ammonisce Massimo Mazzeo, segretario della Fim-Cisl. Nel caso di Toyota “non siamo nella catena degli appalti- sottolinea l’esponente Fim- ma questo dimostra che anche le multinazionali non sono esenti da rischi, chi ha fatto la valutazione dei rischi ha valutato le conseguenze che poteva avere una esplosione come quella? Mi fa arrabbiare chi parla di fatalità”. I sindacati chiedono anche un atteggiamento di Confindustria “maggiormente responsabile, visto che non abbiamo ancora risposte a livello nazionale alle nostre richieste sulla sicurezza”.
Roberto Ferrari della segreteria Uilm, da parte sua, segnala che il gruppo Toyota “ha sempre investito. Se qualcuno ha sbagliato sarà la giustizia a fare il suo corso, ma quello che si può fare è migliorare le relazioni, l’azienda deve avere più fiducia e maggiore coinvolgimento dei rappresentanti sindacali nella sicurezza, ed è questo il tema per il quale era stato indetto lo sciopero previsto per oggi. Le segnalazioni degli Rls sulla sicurezza devono essere ascoltate”. Lo sciopero in Toyota, precisano comunque sindacati, riguardava l’ergonomia, quindi la prevenzione delle malattie professionali, non il rischio immediato di infortuni gravi. Quindi “non c’entra nulla con quello che è successo ieri”, scandisce Selmi.
LANDINI: “ASSOLUTA INADEGUATEZZA SU SICUREZZA E SALUTE”
L’incidente di ieri alla Toyota Handling di Borgo Panigale a Bologna, con due morti e 11 feriti, “conferma l’assoluta inadeguatezza che c’è sul tema della salute e della sicurezza, che continua ad essere considerato un costo e non una priorità di fondo. Oltre a questo gravissimo incidente; ieri c’è stato anche un altro morto, nel settore dell’edilizia. C’è una media ormai di tre morti al giorno e va avanti da anni. La sicurezza è un investimento di prevenzione che va curato ad ogni livello”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, sull’esplosione di ieri alla Toyota Handling di Borgo panigale, con due lavoratori morti e 11 feriti, oggi arrivando alla Biennale dell’economia cooperativa di Bologna.
CAMUSSO (PD): DOMANI SCIOPERO, FATALITÀ NON ESISTE
“Con profondo sgomento e preoccupazione abbiamo appreso della violentissima esplosione avvenuta ieri presso uno stabilimento della Toyota Material Handling di Bologna. Poi la conferma della tragedia: due operai morti e più di una decina di feriti, di cui due ancora in gravissime condizioni. Ed infine la rabbia, ascoltando le testimonianze dei sindacati che avevano già proclamato per oggi uno sciopero di due ore per chiedere maggiore sicurezza in fabbrica e quelle di alcuni lavoratori e lavoratrici che hanno dichiarato che in quello stabilimento ‘ci sono sempre problemi’. Mi unisco al cordoglio ed esprimo la mia sincera vicinanza ai colleghi, alle famiglie, e a tutto il territorio bolognese che soffre l’ennesima strage sul lavoro a distanza di pochi mesi dall’incidente di Suviana. Domani, 25 ottobre, le sigle sindacali territoriali del settore metalmeccanico hanno proclamato lo sciopero generale per l’intera giornata per denunciare che le stragi giornaliere alle quale siamo costretti e costrette ad assistere non possono essere normalizzate. La ‘fatalità’ quotidiana non esiste, e non possiamo parlare di ‘incidente’ sul lavoro se è noto, come in questo caso, che l’azienda fosse carente in termini di osservanza delle procedure di sicurezza, come era stato denunciato dai sindacati già diverse volte”. Così in una nota la senatrice del Pd Susanna Camusso.
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