L’isola democratica ha votato, sotto la minaccia cinese
Taipei, 13 gen. (askanews) – E’ in corso lo spoglio dei voti delle elezioni presidenziali a Taiwan. L’isola di 23 milioni di abitanti, de facto indipendente dalla Cina dal 1949, ha votato sullo sfondo di crescenti minacce di Pechino, che la considera una provincia ribelle, e durante la presidenza di Xi-Jinping ha aumentato la sua presenza militare nello stretto che separa Taiwan dal continente.Il favorito è l’attuale vicepresidente Lai Ching-te (William Lai), un veterano della politica di 64 anni del Partito democratico progressista, che è un solido sostenitore dell’autogoverno dell’isola, particolarmente inviso a Pechino che lo vede come un indipendentista.L’ex capo della polizia e sindaco di Nuova Taipei Hou Yu-ih, 66 anni, è invece il candidato conservatore del Kuomintang (Partito repubblicano). Il partito che fu di Chiang Kai-shek – il fondatore di Taiwan, nata dalla fuga dei nazionalisti nell’isola dopo la sconfitta nella guerra civile cinese contro le forze comuniste di Mao Zedong nel 1949 – ha gradualmente assunto posizioni più conciliatorie con Pechino rispetto ai democratici progressisti.Il terzo incomodo nella corsa è il leader della formazione populista Partito popolare di Taiwan, Ko Wen-je, che nel 2023 è stato corteggiato da Hou come possibile vicepresidente, ma ha deciso di respingere la proposta di ticket. Per il suo anticonformismo, questo medico 64enne, ex sindaco di Taipei, è popolare tra i giovani.